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•Avere la possibilità di incontrarsi è inversamente proporzionale alla probabilità di avere casa libera.
E io, adesso, ho casa libera, vabbe’.
•Sono millenni che la letteratura maschile descrive le donne come misteriose, incomprensibili e un po’ strane -perché quello che non si capisce è sempre un po’ strano, no?
Uomini, sentite un po’, ma voi vi trovate così facili da capire? No, perché davvero, BOH!
•Quando l’alternativa a cercare qualcuno che dimostra di non voler avere a che fare con te è lo stare da sola -ma sola sola, eh! -, non ce la faccio a contenere la tristezza.
Dicono meglio soli che male accompagnati ma è una balla. Meglio ben accompagnati che soli. Se c’è chi trova la giusta compagnia, perché io no?
•Quando penso alle infinite possibilità che non hanno avuto luogo per pigrizia, mancanza di tempo e di interesse, la tristezza di prima duplica.
La fregatura in questi momenti è avere la mamma lontana; ci si aggiunga l’essere incapace di guardare un film in streaming (il mio computer e lo steaming semplicemente non trovano un accordo) per distrarsi, l’impossibilità di concentrarsi per leggere o studiare, l’accorgersi di stare ingrassando e non potersi concedere stravizi senza pensieri, il non avere un lavoro, il non avere un miglior amico a tiro o una certa somma di denaro da spendere impunemente, e voilà! Bonjour tristesse!
•Finora ho pianto per frustrazione, per esasperazione, per nostalgia, per gelosia, per imbarazzo, per senso di esclusione, per nervosismo, per orgoglio ferito e per paura.
Piangere per amore sarebbe più nobile, lo so. Chissà se un giorno succederà…
Però ricorderò sempre le parole di un’amica -profetessa, tra l’altro -che mi disse che, tra i ragazzi che bacerò, prima o poi scoprirò il mio principe -sì, ragazzi, portate pazienza, la Disney ci ha rovinate con questo gioco di ruoli -e che un giorno incontrerò l’amore, che sarà bellissimo e farà un male cane, ma non potrò sfuggirvi.
•Evidentemente io non ispiro tenerezza.
Perché sono indipendente, non mi piace chiedere aiuto, tendo ad avere sangue freddo -o me lo faccio venire quando serve -, evito di piangere davanti agli altri, cerco di risolvere i miei problemi da sola perché tutti hanno già guai per conto proprio e credo di apparire pragmatica e razionale con la mia ironia e la mia capacità di analisi.
Così quando si sono ormai accumulati dentro di me pensieri su pensieri e sono stanca e tutto mi sembra troppo grande e perdo il controllo, me la devo vedere da sola perché gli abbracci o due parole di conforto (ma anche solo un abbraccio in silenzio) a chi ho di fronte non vengono spontanei. Non pensavo la tenerezza andasse ispirata, mi piaceva pensare fosse spontanea e innata. E forse no, forse va provocata, ha comunque bisogno di un aiutino per venire fuori, come l’interesse, ci vuole strategia, astuzia. Ma posso adottare una strategia perché qualcuno mi tenga tra le braccia quando ne ho bisogno? La sola idea mi fa venire il voltastomaco.
•Al mondo c’è chi ce l’ha d’oro e chi no.
Io no.
•Non metterò mai in dubbio che al mondo esistono bravi ragazzi, sto solo iniziando a dubitare di incontrarne mai uno.
Che poi no, ho incontrato bravi ragazzi, solo che erano anche un po’ svogliati, poco motivati o con un grave deficit a dimostrare interesse a un termine che non fosse brevissimo -due settimane? Ma dài, anche una forma di vita unicellulare con la memoria a breve termine ha lo stesso range di durata.
•Presente la filosofia del farsi conoscere per quello che si è, senza strategie, senza snaturarsi, senza furbizie, permettendo all’altro di conoscerti per quello che sei? Presente?
Bullshit! La strategia vince sempre, parola di una che ha voluto fare la splendida senza adottare una strategia, disarmata insomma. Un’inetta.
•Il problema dell’andare veloci nelle relazioni è che ci si potrebbe trovare ad affrontare situazioni più grandi senza esserne preparati e senza essere d’aiuto l’uno all’altro.
•Non c’è niente come un pianto liberatorio per sfogare una frustrazione che non se ne vuole andare.
C’è chi si sfoga con lo sport, chi sente il bisogno di parlare, chi beve, chi fuma, chi si sfoga con lo shopping (beate queste ultime!). Beh, non c’è attività fisica che tenga, l’alcol non ha mai risolto nulla, fumare costa, parlare è impegnativo e devi trovare qualcuno che voglia ascoltarti, lo shopping ti dà quella botta di vita che non sai quando potrebbe abbandonarti e potrebbe anche essere molto presto. Un bel pianto senza freni è impagabile. Credetemi, funziona meglio di qualsiasi altra cosa.
•Quando il mondo va a rotoli, tutto sembra andare storto e nessuno ti capisce, rimane sempre qualche puntata di Pride and Prejudice, versione della BBC, da rivedere in rete. Colin Firth, no dico.
E il mondo ti sorride.
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Sto diventando ripetitiva, lo so. Mi piace credere che mi trovo in un momento di passaggio -cioè, non può durare per sempre, no? -e che sto cercando di acquisire un nuovo equilibrio per resistere meglio alla vita in futuro. Mi piace crederlo perché mi rendo conto di non avere esperienza, di essere disorientata, scoraggiata e senza prospettive. E senza uno straccio di ragazzo… Per essere coerente con la linea del “senza”, certo. Stronzo.
Portate pazienza. Non nego che sto facendo un esercizio in materia anche io, con me stessa e il mondo: una fatica sovrumana.