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~ nessuna pretesa, solo dubbi

Io boh

Archivi Mensili: novembre 2012

di fatico a convincermene però è un punto di vista interessante

30 venerdì Nov 2012

Posted by io boh in tu Tarzan io cito

≈ 3 commenti

Tag

aspettative, citazione, disillusione, Pascal Mercier, treno di notte per Lisbona

opera di Pablo Picasso

opera di Pablo Picasso

La disillusione è considerata un male. Un pregiudizio avventato. In che modo, se non attraverso la disillusione, dovremmo scoprire che cosa abbiamo atteso e sperato? E in che cosa, se non in questa scoperta, consisterebbe la conoscenza di noi stessi? Come potremmo quindi acquistare chiarezza su noi stessi senza disillusione? Non dovremmo sospirare e patire le disillusioni come qualcosa senza cui la nostra vita sarebbe migliore. Dovremmo invece ricercarle, perseguirle, collezionarle. Perché sono deluso se gli attori venerati in gioventù oggi recano tutti i segni dell’età e del declino? Che cosa ha da insegnarmi la disillusione rispetto al poco valore del successo? Più d’uno impegna tutta una vita per confessare a se stesso di essere deluso dai propri genitori. Che cosa in realtà ci siamo attesi da loro?
(…)
Il soggetto che voglia davvero sapere chi è dovrebbe trasformarsi in un incessante, fanatico collezionista di disillusioni e la raccolta di esperienze deludenti dovrebbe rappresentare per lui una vera mania, la mania determinante della sua vita perché allora avrebbe chiaro davanti agli occhi che la disillusione non è un veleno che brucia e distrugge, bensì un fresco balsamo lenitivo che ci apre gli occhi sui veri contorni di noi stessi.
E non dovrebbe importargli solo delle disillusioni che hanno a che vedere con gli altri e con le circostanze. Una volta che si scopra la disillusione come filo conduttore che conduce a noi stessi, si diventa avidi di sperimentare in quale ampia misura si è delusi da se stessi: delusi dalla propria mancanza di coraggio, dalla mancanza di sincerità, o dai limiti terribilmente angusti assegnati alle proprie facoltà del sentire, dell’agire e del dire. Cosa infatti ci eravamo aspettati da noi, in che cosa avevamo sperato? Che fossimo senza limiti o del tutto diversi da quello che siamo?
Riducendo le proprie aspettative, si potrebbe nutrire la speranza di diventare più realistici, di limitarsi, per un processo di contrazione, a un nucleo solido e certo, diventando così immuni dal dolore della disillusione. Ma cosa vorrebbe dire una vita che si vietasse ogni aspettativa di ampio respiro, ogni sconfinatezza, una vita in cui vi fossero solo aspettative banali come quella che arrivi l’autobus?

Treno di notte per Lisbona, Pascal Mercier

di piccioncini, di blogger voyeur e di foto rubate

27 martedì Nov 2012

Posted by io boh in gigionismi

≈ 3 commenti

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foto, love is in the air, piccioni

Le giornate si accorciano, il cielo ingrigisce, le foglie cadono e la fine del mondo si avvicina, eppure…

foto mia -chessevede?

cosa volete? Sono foto rubate, mica possono pure essere chiare!

Love is in the air.

_______________________________________

Pure i piccioni trovano un compagno per scambiarsi tenerezze.
Io, per fargliela pagare, violo la loro privacy. Come minimo.

(Oddio, con questo titolo non oso immaginare chi mi arriva a leggere questo post con i motori di ricerca. Oddio.)

di… Vita

26 lunedì Nov 2012

Posted by io boh in reblogging, tu Tarzan io cito

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La bellezza di queste parole mi terrorizza. Della serie: aver assorbito quello che hai appena letto. Vabbe’.

di cose apprese questa settimana XXI

26 lunedì Nov 2012

Posted by io boh in egocentrini, scoperte settimanali, sfogo

≈ 10 commenti

Tag

blog, capire, che tempo che fa, consulenza, Daniel Barenboim, desperate housewives, dovuto, famiglia, guida, maglione, melograno, ordine, pulizia, random post, Scavo, stop, torto, vaffa, Zubin Metha

foto dalla rete

•Mangiare melograni equivale a ridurre la cucina a una scena del crimine: tra i chicchi che schizzano via impazziti, quelli che si calpestano per sbaglio, il succo che tinge tovaglioli e strofinacci: ‘na traggedia! Per non dire come mi si riducono le mani… ‘Na zozzeria!

•Ho incontrato un meccanico che tiene l’officina così in ordine, ma così in ordine, che al prossimo invito, i miei ospiti li porto a mangiare direttamente nel suo garage -un tavolino da pic nic, due sedie piegabili e via! Chi me lo fa fare di pulire e rassettare casa quando c’è già uno spazio così impeccabile?

•Ci fosse una, una (one, un, eins, satu, 1), persona che quando le dai qualcosa, non si allarga; ce ne fosse una che quando le fai qualcosa, non sente che le è dovuto. Possibile che siamo tutti così?

•La famiglia è l’unico insieme di individui cui non si può piazzare un vaffa a cuor leggero.
Se penso a quante esortazioni a cambiare paese mi verrebbero spontanee  ma non arrivano a palesarsi, mi vien da pensare “che peccato!”. Se penso a quante esortazioni ad andarmene a un certo paese mi risparmio per un immeritato legame di sangue, penso “che fortuna!”.

•Domenica circa duemila italiani si sono alzati e sono usciti di casa per votare con scheda nulla alle primarie del PD.
Inutile dire che muoio dalla voglia di sapere chi so’ ‘sti duemila italiani (circa) che si sono registrati, hanno fatto la fila e hanno pagato due euro per consegnare una scheda nulla. MU-O-I-O!

•Ho scoperto la possibilità di leggere un post a caso nei blog di wordpress.
Fantastico! Già so che affiderò a questo strumento le scelte importanti della mia vita. Una scelta da fare? Consulta un random post prima di prendere una decisione! ;-)

•Due grandi direttori d’orchestra, tra di loro, si fanno regali normali.
Quando lunedì, a Che tempo che fa, ho visto Zubin Mehta allungare un regalo impacchettato a Daniel Barenboim, io già mi immaginavo uno spartito antico, una partitura originale, unica al mondo, manoscritta e con le correzioni scritte con lo stesso sangue di qualche celeberrimo compositore parruccone. E invece no, niente di tutto questo.
Il Maestro ha regalato all’altro un maglione -che tenerezza! No, dico: un comune cardigan blu -comune… Scommetto senza remore che pure l’etichetta era in puro cachemire, ma non è questo il punto. Il punto è: da dove cavolo mi è venuta l’idea delle correzioni scritte col sangue? Molto meglio il cardigan, Maestro Mehta, molto meglio.

•Gli autori di Desperate Housewives si sono bevuti il cervello. Non so trovare altra spiegazione alla scelta di far separare gli Scavo.
SHHHHH! Zitti! Non mi dite come va a finire, per carità! Non vi venga in mente di spoilerare ‘ché chi spoilera non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù, quando muore va laggiù. Tiè.

•Se io non sono un asso alla guida (non a caso giro con la mia bella P -il cui significato sarebbe comunque evidente anche senza essere visibile), non è che gli altri siano dei fenomeni -anche solo di logica.
Se inchiodo (perché non rallentare? Vabbe’, non stiamo qui a cavillare, mi fustigo per molto meno, su) a uno stop, non mi pongo il problema di quello dietro che lo stop non l’ha visto. “Se tu inchiodi così e io ti vengo addosso, dopo ho torto io”. Ehm-ehm. “Di grazia: da quando sono responsabile del tuo avere torto?”. Perché io so’ negata e ci sta, ma ci sta anche lo stop, e se alla vista dello stesso non rallenti per fermarti e mi viaggi dietro a tutta callara, io non saprei proprio cosa farci. Certo, potrei attraversarlo dritto per dritto e prendermi io il torto al posto tuo. In your dreams, honey.

•’Sta tendenza a dover capire gli altri (che è una sòla bella e buona: ciò che qualcuno prova, lo si capisce quando ci si passa in prima persona, lì sì che fa male) mi ha altamente stufata. Perché ho avuto delle fortune che gli altri non hanno, perché le situazioni degli altri sono peggiori delle mie, perché sono giovane e inesperta, perché e perché. Mo basta. Devo sopportare gli altri? Beh, altri, sopportatemi un po’ anche voi.
Sei infelice e vuoi stare al centro dell’attenzione? Guarda, oggi non mi va, facciamo un’altra volta? Facciamo che vado in aspettativa da pretese irragionevoli e capricci prepotenti?
Ho abbozzato tante volte, perché non ancora una? Perché non sono nata per abbozzare, né per accontentare tutti.
La vita è stata dura e tutto a un tratto sono diventata io il tuo problema? No, non sparare cavolate, non pensare di convincermene, non ci provare nemmeno -se vuoi impiegare il tuo tempo a crederlo, fatti tuoi, ma non sprecarne per rendermi nota questa tua  conclusione fuori dal mondo.

•Scrivere su un blog quello che vorrei poter urlare ad alta voce (sbattendo un po’ di oggetti a tiro e puntando l’indice contro l’interlocutore -sennò che gusto c’è?!) è molto liberatorio. No, davvero, so che i miei sfoghi non sono di nessun interesse per chi legge, ma io già mi sento meglio. Ahhhhhh, where were we?

•La prossima volta che mi viene in mente di chiedere (a distanza di un mese) quanto debba a un professionista per una consulenza di meno di un’ora, mi faccio passare la voglia. Meglio fare la gnorri, meglio sorvolare, meglio farsi cercare, soprattutto quando alla fine dell’incontro ci si sente dire che “Ma no, guardi, per questa volta nulla”. Come faccia “nulla”, a distanza di un mese, a diventare 188 euro, no so -non sarò portata per la matematica, ma non sono manco mai stata rimandata in materia. Comunque scema io a chiedere.

•Miei followati, sabato c’avete avuto un da fare che (quasi) manco una citazioncina-ina-ina scritta in fretta e furia avete pubblicato. E che è?!
Beati voi.

22 giovedì Nov 2012

Posted by io boh in tu Tarzan io cito

≈ 6 commenti

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Amélie Nothomb, citazione, sabotaggio d'amore

opera di M.C. Escher

Esistono ancora spiriti abbastanza ingenui da figurarsi che le teorie servano a essere credute? Le teorie servono a irritare i benpensanti, a sedurre gli esteti e a far ridere gli altri.

Sabotaggio d’amore, Amélie Nothomb

di cose apprese questa settimana XX

19 lunedì Nov 2012

Posted by io boh in egocentrini, grazie, promemoria, scoperte settimanali

≈ 15 commenti

Tag

cordialità, delusione, e-mail, fobie, infinito, scoppio ritardato, smartphone, tirare avanti, un senso, vergogna, vivere, vuoto interiore

foto dalla rete

•Credo di essere l’unica sulla faccia della terra (vabbe’, manie di protagonismo) a non avere uno smartphone.
Ebbene sì, sono una delle poche che usa il telefonino per telefonare, trasgressivissima me!

•Usare le faccine crea dipendenza.
Nel combattere questa dipendenza (o per far finta di non esserne affetta) non ho usato nessuna faccina in un commento che ho lasciato. Quanto può essere zotico un commento che vuol essere simpatico ma non ha una faccina sorridente alla fine? Tanto quanto quello che ho scritto io :-( Trollissima me.

•Quando supererò la vergogna che provo per me stessa, per le mie inettitudini e per la mia vita, credo che vivere avrà tutto un altro sapore.
Spero di assaggiarlo, un giorno, questo sapore. Chissà.
C’è qualcuno là fuori che saprebbe descrivermelo?

•Credo anche che quando inizierò a vedere la vita non come una serie di cose rognose da sbrigare e da levarsi di torno, ma come la possibilità di realizzarmi  attraverso quello che so fare (e che faccio perché voglio farlo -indecisa e pigra, che altro? Fifona, già, pure quello!), svegliarsi la mattina avrà un altro senso -o anche solo un senso.

•Incontrare una persona cordiale è sempre un evento.
Se solo in borsa non avessi un portafoglio voluminoso (tutto pieno di scontrini, mica altro, sè!), un libro da leggere sempre pronto, l’acqua da bere, fazzoletti e salviette umide, le chiavi, un’agenda per gli appunti urgenti e qualche sampietrino per arrotondare il peso al quintale, mi porterei una bottiglia di bollicine per festeggiare l’evento quando accade. E lo dice una che è stupidamente umorale -e asociale.
Fatevelo dire, voi persone cordiali là fuori siete come il cioccolato svizzero, la Cappella Sistina e le musiche di Morricone. Sto cercando un modo per dire che siete patrimonio dell’umanità. Grazie -approfittatene, sono in un momento buono ;-)

•Che non mi si venga a dire che l’infinito è un concetto astratto. Non mi si venga a dire che un essere umano non potrà mai ricoprire uno spazio di tempo infinito nel compiere un’azione.
Avete presente da quanto tempo devo inviare un’email? No? Avete in mente quanto tempo ancora ci metterò a scriverla questa e-mail? Esatto: un tempo infinito.
Non scrivetemi e-mail e non chiedetemi di scrivervi e-mail, vi supplico; e non chiamatemi nemmeno al telefono ché è, se possibile, peggio. In quel caso il problema non è il rimandare all’eternità, no: è il mio toccare il fondo dell’imbranataggine umana -e non (umana, intendo).

•Ho scoperto che si può fare una telefonata che si spera di non fare, si può accantonare un progetto che si sperava di realizzare e si può, semplicemente, tirare avanti.
Il fatto è che, prima di tirare avanti (perché, poi, tanto la solfa è sempre quella), vorrei dare sfogo a un po’ di frustrazione: chessò un sano pianto a dirotto, una litigata con un povero cristo innocente, un po’ di strazio liberatorio, ecco. Tuttavia… Non mi viene. Temo di reagire alle situazioni a scoppio ritardato -quando lo scoppio avviene (what liberty!) e non mi limito a trascinare qualcosa di non identificato e pesante per settimane e settimane.

•Un’altra delusione e mi si raccoglierà col cucchiaino. Quando imparerò a non dare peso alle delusioni?
Imparerò?

•Riesco ad avere il mal di pancia al solo pensiero di affrontare certe situazioni, quali situazioni? Mah, cose normalissime, come fare una telefonata (ho mai espresso il mio amore per il mezzo di comunicazione? No? Lo odio!) o rimettermi alla guida dopo circa un anno. No, davvero, inizio a pregare in modo molto maturo, mooolto adulto, che si verifichi una valanga, che ci invadano le cavallette, che scoppi una tempesta solare senza precedenti, che… Che il Signore mi chiami a sé -basta che sia prima di affrontare le mie stupide fobie da quattro soldi.

•Sto iniziando a credere che non trovare le parole per far conoscere il proprio mondo, non comunicare con gli altri, non trovare il modo per esprimere quello che si prova o si pensa, forse sono sintomo di vuoto interiore.
Qualora venisse il dubbio, questa non è una manifestazione di intolleranza verso gli altri. Questa è una considerazione su me stessa.

***

Si vede che vengo dall’ennesima settimana di solitudine e rimuginamento degli stessi pensieri? Si vede che sono fresca di un progetto accantonato (causa di forza maggiore)? Che c’ho una fifa blu di rimettermi al volante e scoprire quanto sia una persona incapace di condurre una vita da adulta? Si vede?

19 lunedì Nov 2012

Posted by io boh in reblogging, tu Tarzan io cito

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Pensare che il libro l’ho letto ma non avevo apprezzato questo passaggio…

17 sabato Nov 2012

Posted by io boh in tu Tarzan io cito

≈ 16 commenti

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Amélie Nothomb, citazione, né di Eva né di Adamo

opera di Mark Rothko

-(…) credo sia difficile essere una giapponese.
-È difficile anche essere un giapponese.
-Certo. Raccontami.
Tacque. Respirò. Vidi i suoi lineamenti subire una metamorfosi.
-A cinque anni, come gli altri bambini, ho fatto i test per entrare in una delle scuole primarie migliori. Se li avessi superati, avrei potuto, un giorno, entrare in una delle università migliori. A cinque anni, già lo sapevo. Ma non ho superato i test.
Mi accorsi che tremava.
-I miei genitori non hanno detto nulla. Erano delusi. Mio padre, a cinque anni, li aveva superati. Ho aspettato la notte e ho pianto.
Scoppiò in singhiozzi. Presi tra le braccia il suo corpo contratto per la sofferenza. Avevo sentito parlare di queste orribili selezioni nipponiche, imposte mille volte troppo presto a bambini consapevoli dell’importanza della posta in gioco.
-A cinque anni ho saputo di non essere abbastanza intelligente.
-Non è vero. A cinque anni, hai saputo di non essere stato selezionato.
-Ho sentito che mio padre pensava: “Non è grave. È mio figlio, avrà il mio posto.” Lì è cominciata la mia vergogna e non è finita.
Lo strinsi a me, mormorando parole di conforto, rassicurandolo sulla sua intelligenza. Pianse a lungo, poi si addormentò.
Andai a contemplare la notte su una città in cui, ogni anno, la maggior parte dei bambini di cinque anni venivano a sapere di aver fallito nella vita. Mi sembrò di sentir risuonare un concerto di lacrime soffocate.
Rinri se la sarebbe cavata perché era figlio di suo padre: significava compensare un dolore con una vergogna. Ma gli altri, che fallivano ai test, sapevano fin dalla più tenera età che sarebbero diventati, nella migliore delle ipotesi, carne da azienda, come c’era stata carne da cannoni.

Né di Eva né di Adamo, Amélie Nothomb

di… un genio!

14 mercoledì Nov 2012

Posted by io boh in reblogging

≈ 1 Commento

Vorrei avere io la stessa prontezza ed elasticità mentale quando le cose non si incastrano come vorrei.
Ah, le nuove generazioni!

"Persbaglio"

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di premi, colori e richieste impossibili

14 mercoledì Nov 2012

Posted by io boh in premi

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colours award

Il premio è il Colours Award. Il colpevole di questo post è ancora lui, firesidechats. I colori sono quelli che devo associare a 12 blogger. La richiesta impossibile, che segue delle domande rispondibili, riguarda proprio il numero di blog da nominare e colorare -ma siete matti? DODICI? Perché non… QUARANTATRE?

Le domande sono queste:

Elencare tre lavori che ti sarebbe piaciuto fare:
1_la doppiatrice di cartoni animati -non c’è gara con la doppiatrice e basta;
2_illustratrice di libri per bambini
3_la pittrice

Nominare una canzone che per noi è un tormentone in questo momento:
è uno dei pochi momenti in cui non ho un tormentone, dico questa giusto perché mi canticchiavo il ritornello ieri, toh

Associare un colore a 12 blog -e io sfrutto chi mi ha nominata e faccio riferimento alla tabella colori.
Dunque:
Meunexpected – turchese scuro
Whitemary Littlehorses – blu violaceo chiaro (quello che io chiamerei un lilla)
Oli Overseas – arancio
Aliena sulla Terra – fucsia
Firesidechats – oro (che nella tabella io rinominerei tranquillamente senape)
Arsenicaxxx -prugna
Professione Carpo Espiatorio – grigio rosso scuro (quello che ho finora chiamato tortora)
Trip or treat – giallo
Se n’è accorto nessuno che sono 8? Naaaaa. E sì, ci sono blogger che hanno già partecipato. Col premio di prima avevo automaticamente escluso quelli già nominati, ma perché farlo ancora?

Non voglio farmi nemici, che partecipi al gioco chi ha voglia di farlo ;-)

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