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Confusione interiore + voglia di scrivere = elenco puntato

♥Ho appena cancellato una ventina di bozze e mi sento una persona nuova. Oddio… Nuova forse è un po’ troppo, però mi sento decisamente una blogger con una ventina di bozze in meno -sempre che un post senza testo, ma col titolo, oppure un post con una frase sconclusionata e nessun titolo, possano considerarsi bozze e non cartacce buttate troppo tardi.

♥Ho voglia di parlare di qualcosa ma la mia scaramanzia (patologica) e la mia mancanza di creatività mi impediscono di farlo. Ho già notato in passato quanto riesca a scrivere meglio (considerazione decisamente alterata della sottoscritta)  quando la mia vita è assolutamente impantanata nel nulla. Vita sociale inesistente? Tante idee. Depressione galoppante? Daje de ironia. Giornate passate a casa a battezzare i mucchietti di polvere agli angoli delle camere? Estro creativo alle stelle (almeno alle mie stelle). Nuova cosa che si affaccia all’orizzonte? La creatività si rintana sotto al tappeto (di polvere), le idee entrano nel panico e girano su sé stesse, l’ironia mi solletica il naso come la coda di un gatto che poi però non si lascia prendere e le paure iniziano a spadroneggiare. A-i-u-t-o.

♥Forse le mie fobie sociali andrebbero sottoposte a un professionista, almeno qualcuno mi dice se la mia è patologia, mania di snobismo o solo mancanza di senso della realtà. Perché, a me, avere a che fare con “gli altri” non piace; a me, gli altri, dal vivo, piacciono davvero poco. No, parliamone, anche l’idea di una relazione con l’uomo ideale inizia a farmi sbuffare di insofferenza; mettiamoci poi che l’uomo ideale non esiste e addio voglia di una vita sentimentale. Ma mettiamoci anche che non sono innamorata -più facile di così…

♥La fine delle feste mi mette sempre tristezza. Se il disaddobbamento dell’albero di Natale dipendesse da me, non avverrebbe mai.

♥La mia insofferenza per i modi di dire freak (o di quelli che considero freak) sta raggiungendo livelli di violenza un po’ troppo marcati. Per l’esattezza la mia insofferenza si genera dai modi di dire: freak, yuppie, ripetuti da più di dieci anni, buonisti, in inglese (perché sono più smart, più trendy, hanno più grip, più glamour), anticattolici (ma smaccatamente superficiali), borghesi. I miei nervi comunque si arrendono a: “oggi come oggi”, “piuttosto che” (usato male), “a 360°” (ODIO!), “quant’altro”.
AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!
…pace interiore… pace interiore…

♥Credo di essermi bruciata qualche idea per il mio post del lunedì, ma vabbe’, sopravviverò.

Vi lascio con un sorriso :-) e portate un po’ di pazienza, ok? Poi mi passa ;-)