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♥A volte si aspetta di essere più felici per essere la persona che si vorrebbe essere. Anche se so che vorrei essere più cordiale, più serena, più affettuosa e più solare, con il vuoto che a momenti sento dentro -o anche intorno -rimando a tempi più felici. Come faccio a dare se sento forte di bisogno di ricevere? Come se si potesse essere certi che i tempi più felici non siano proprio questi di adesso.
♥Le persone danno importanza a chi sa dare importanza a quello che ha. Se uno non si spertica in descrizioni entusiaste di qualche banalità, è molto probabile che non sia degno di attenzioni -ma anche ovvio, diciamo.
♥Certe volte le persone pensano di farti un complimento dicendoti che sei cambiata, ma (anche quando un cambiamento è avvenuto per davvero) è probabile che nel loro giudizio iniziale non si siano prese il tempo per conoscerti bene.
♥I momenti in cui più apprezzo il mio essere single è quando mi si presentano occasioni per spostarmi, candidature all’estero e cambiamenti che portano lontano -almeno fisicamente. In queste occasioni, sentendo l’aria fresca sulla pelle del viso, immaginandomi di preparare la valigia (cosa portare e cosa no) e ad affrontare nuove situazioni, sento il sollievo di non avere “a special someone”, se di sollievo si può parlare. Perché poi durante le feste penso sempre a quel regalo cui non c’è bisogno di pensare, nelle occasioni importanti (matrimoni, battesimi, feste familiari) mi manca qualcuno da avere con me, quando mi succede qualcosa di bello o trovo qualcosa che mi piace molto sento la mancanza di qualcuno con cui condividerlo e nei momenti no mi manca qualcuno con cui bisticciare senza motivo per poi chiedere di fare pace con lo sguardo a terra per l’imbarazzo.
Per ora, quindi, mi godo la mancanza di qualcuno che mi lega a un posto (quando si dice “scegliere”), però, quando ti incontrerò, se ti incontrerò, guarda légami come te pare, mi darò al bondage, proprio : )
♥Forse volizzo, Fabio volizzo un po’ troppo. E nonostante non demonizzi Volo, perché per me l’importante è leggere -sempre e comunque -preferirei iobohzzare di più.
♥La felicità ti chiede sempre di rischiare molto prima di poterla avere.
♥Si dovrebbe provare gratitudine per chi ti lascia libero, e nonostante ciò è così difficile provarne quando vorresti solo essere tenuto stretto stretto.
♥La tenerezza è l’atto di coraggio più gratuito e rischioso -no, ma non perché sia pericoloso, quanto perché implica di disarmarsi e di lasciarsi andare a qualcun altro.
♥Essere testardi non paga.
♥Le persone che si definiscono sensibili sono capaci di grossolanità insensibili quanto tutti gli altri, solo con la pretesa di essere persone sensibili. Perché avere una sensibilità che ti fa offendere o soffrire facilmente è una cosa, ma avere una sensibilità che ti fa evitare le sofferenze agli altri è un’altra cosa -ma tutta un’altra cosa, proprio. Anche perché, pensare che la propria sensibilità sia più speciale di quella degli altri, è da insensibili.
♥Rilassarsi fa avvicinare gli altri e fa stare bene. Mi manca di capire come farlo spontaneamente.
♥Che è idiota e retrogrado e infantile e immaturo e stupido e (mettere qui un insulto a caso, purché negativo), ma l’autostima si costruisce anche con il confronto con gli altri. Così come ho iniziato a sentirmi apprezzabile dopo essermi sentita dire per la prima volta, da un ragazzo, che sono bella -anche se era un complimento gratuito, senza fondamento o alcuna credibilità. Comunque sentirsi dire qualcosa di carino aiuta a superare anni di invisibilità.
♥Ogni processo di crescita e ogni cambiamento comporta la sua dose di malinconia.
♥Bisogna darsi tempo e avere pazienza, anche con se stessi.
♥La felicità degli altri non diminuisce le nostre possibilità di essere felici. Sembra un’ovvietà, ma quando vediamo qualcuno essere felice e avere qualcosa che a noi manca (anche quando sappiamo che noi abbiamo qualcosa che quell’altro non ha), non vuol dire che noi non l’avremo mai. E, anzi, avere vicino qualcuno felice, ci permette di essere felice per lui. L’invidia, insomma, ci fa sentire brutti, cattivi e antipatici: cosa c’è di più inutile?
♥I ragazzi dicono delle grandi balle senza nemmeno rendersene conto. Quelli che “mi piacciono le more”, “le tette piccole sono più belle”, “la bellezza non è tutto”, “no, ma io preferisco le ragazze acqua e sapone”… Baggianate! Lo stesso te lo ritrovi imbambolato a fare il mollicone con la bionda (tinta!), tettona (rifatta), stangona (ma con le scarpe da troione) e supertruccata (ma manco bene, guarda) di turno. Ci scommetto i soldi che volete, vinco sicuro!
Adesso so cucinare la tortilla -o molto più italianamente ‘na frittata di patate -, so mettermi la matita per gli occhi (anche se la pigrizia mi fa rimandare le occasioni per farlo) e sto imparando a mettermi l’eye-liner.
Ritoccando le foto ho imparato che si possono fare miracoli.
Ho appreso che insistere ti fa forse arrivare dove vorresti, ma ti toglie gran parte della soddisfazione; a volte resistere, col tempo, ti fa superare quello che tanto ti sembrava irresistibile e dirsi “se deve essere, sarà” è la miglior medicina -soprattutto quando non c’è una lobotomia o un lavaggio del cervello a disposizione.
Portarsi delle scarpe di ricambio è una genialata e le ballerine non fanno male per sempre -a parte alcune, ma quelle sono contro i diritti dell’uomo, stiamo a parla’ di cattiveria ingiustificata.
Per curare una tosse che non se ne va (a volte) basta miele e succo di limone (o lime -fatene tesoro, mi ha salvato la vita, o anche solo la gola).
Lavorare con i bambini non è facile, ma bisogna anche dare un’immagine di sé autorevole, affidabile e serena, ché quelli (i bambini) ti sgamano da subito, non dimenticano e gli piace scoprire fin dove possono arrivare (quando lo scoprono, ci arrivano e spingono pure un po’ oltre).
Vedere P.S. I love you è il mio nuovo metodo per elaborare il distacco da qualcuno; il film è: bello (parere personale), lacrimoso (quindi non può che essere bello) e parla di un lutto, nulla di più efficace, no?
Gli amici sono preziosissimi -che ti capiscano o no, già solo per il fatto di esserci, sono preziosissimi.
Ho capito come vorrei essere trattata e che non ho più tanta voglia di giustificare le mancanze o il disinteresse degli altri -e spero di non ricascarci un’altra volta -; eppure la paura di non incontrare mai nessuno che voglia davvero trattarmi così, è difficile da combattere.
Ho capito che devo imparare ancora moltissime cose, dovrei iniziare a mettere in pratica quello che intuisco e dovrei imparare a gestire la sensazione che gli altri siano sempre migliori di me. Vorrei poi anche acquisire la consapevolezza che, se c’è qualcuno che riluce dei suoi difetti, perché io dovrei soccombervi?
E poi avrei voglia di scrivere di più, perché sto perdendo l’allenamento che non ho mai fatto, ma già sto sforando nei propositi per l’anno nuovo, quelli che non ho voglia di fare -non pubblicamente, almeno. Che poi da un amico ho appreso che sarebbe meglio scriverseli questi propositi e guardarseli spesso, anche perché con la mia memoria labile quello che in un momento mi sembra una priorità, dieci minuti dopo finisce nel dimenticatoio. Quindi… Ecco, tra dieci minuti, spero di ricordarmi ancora di mettere per iscritto quello che vorrei realizzare quest’anno!
E voi? Cosa avete capito o imparato?