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Giorno XXX: un libro che ti ha commosso

17 venerdì Ago 2012

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30 giorni 30 libri, letture, libri, test, titoli

Una volta, in treno, non ho trattenuto le lacrime alla lettura di un romanzo del quale non dirò mai il titolo -esatto, mai.
Ovviamente non ero sola nello scompartimento. In effetti, a ripensarci, credo che a spingermi alle lacrime non fosse stato solo quello che avevo appena letto. Sono propensa a credere che l’esasperazione generata dai due fidanzatini pomicioni di fronte a me (tutti io li trovo… professione? Scopritrice di fidanzatini pomicioni) avesse contribuito al mio crollo nervoso. Però parliamone: qualcuno sa spiegarmi perché il rumore di un regionale in corsa copre tutto (la voce di chi ti parla, la musica degli auricolari, la suoneria del telefonino, il filo dei miei pensieri), tranne lo sbaciucchiamento di due fidanzati infaticabili?
Mi sono sorbiita due ore e mezza di viaggio così, piangere è stato il minimo; potrei pretendere di essere ricevuta dal Presidente della Repubblica per non aver buttato fuori i due dal finestrino -essì perché le coppie moleste non sono mica classificabili come oggetti, sbaglio?

foto dalla rete

Vabbe’, a questa domanda, ho risposto così così, ma chiede davvero troppo.  Non mi commuovono molti libri, quelli che riescono nell’impresa spesso hanno anche la complicità del neurone avvilito o dell’ormone frustrato. Comunque ridire cosa mi ha commosso di una lettura mi imbarazza sempre, non ci si può mica sbottonare così facilmente: ci vogliono il posto adatto, le persone giuste e il suo tempo.

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Giorno XXIX: un libro che devi ancora leggere

16 giovedì Ago 2012

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30 giorni 30 libri, a un cerbiatto somiglia il mio amore, David Grosmann, letture, libri, test, titoli, Vedi alla voce amore

Ci sono tantissimi libri che devo ancora leggere. Per quanto riguarda la letteratura russa sono così indietro che tralascio di scrivere gli autori che non ho ancora letto -non ci sono giustificazioni.
Tra i libri che aspettano sul mio scaffale “da leggere” ce ne sono due di David Grosmann: Vedi alla voce amore e A un cerbiatto somiglia il mio amore. Grosmann mi fa sempre venire voglia di sedermi a gambe incrociate e ascoltare rapita tutto quello che ha da dire, tuttavia non lo trovo sempre facile da capire. Riesco a fatica a leggere dieci pagine scritte da lui, e devo prendere il mio tempo per assimilare quello che racconta e procedere piano altrimenti mi distraggo. Quello che so è che mi porta sempre un po’ oltre rispetto a dove arriverei da sola -è una vera benedizione trovare qualcuno così. L’unico problema è che non trovo che scriva romanzi volti allo svago o alla leggerezza. Rimando ormai da tempo la lettura di questi due romanzi, perché hanno tante pagine, perché già so che non saranno propriamente delle passeggiate di piacere, perché con Grosmann sento sempre il bisogno di avere qualcuno cui leggere quelle frasi illuminanti che scrive -mi si risveglia l’urgenza di condividere ed è frustrante sottolineare e basta. A un cerbiatto somiglia il mio amore è così lungo che mi conviene comunque incominciarne la lettura, qualcuno cui leggere le parti che mi piacciono arriverà col tempo.

Giorno XXVIII: un libro che farai leggere ai tuoi figli

15 mercoledì Ago 2012

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30 giorni 30 libri, letture, libri, test, titoli

foto dalla rete

Sinceramente non lo so. Prima di avere figli siamo tutti mossi dalle intenzioni più nobili “sceglieranno loro, li lascerò liberi di leggere quello che vogliono,…”, ma già so che alla prima comparsa di pattume rilegato mi chiederò se un metodo educativo più severo avrebbe condotto allo stesso risultato.

Molto probabilmente i miei figli, vedendomi sfogliare ripetutamente i loro libri, capiranno già da bambini il vantaggio di farsi pagare una quota per ogni volume sfogliato; alla maggiore età avranno quanto basta per comprarsi casa e lasciare il nido portandosi via con i sé quei bei libri colorati che piacevano tanto alla mamma, ormai sola e impoverita -vorremo mica sfatare il cliché della mamma colpevolizzante? Naaa, ha funzionato per secoli, perché smettere ora?

Giorno XXVII: un libro che vorresti aver scritto

14 martedì Ago 2012

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30 giorni 30 libri, Il diario di Bridget Jones, letture, libri, test, titoli

Se dovessi vantare di aver scritto un libro, vorrei che fosse di svago e disimpegnato. Il desiderio di divertirmi a scrivere e di far ridere è più forte dell’affrontare argomenti complessi -perché so che di sentimenti non so parlare (certe volte si fa fatica pure a viverli, figuriamoci) e il rischio mattone pretenzioso e triste che rifila ovvietà in salsa malinconica è dietro l’angolo. Non vorrei essere troppo poco romantica, ma Il diario di Bridget Jones è decisamente un libro che avrei voluto scrivere. Prima di tutto avrei potuto vedere da un punto di vista comico la mia inesistente vita sentimentale e smettere di prendere troppo sul serio quelle piccole cose che mi fanno male (o almeno fingere -certe volte fingere è già un traguardo). Avrei venduto una marea di copie -nella vita reale manco di concretezza, ma l’idea del successo facile alletta chiunque e Il diario di Bridget è carino e non risponde proprio alla mia idea di fatica sovrumana (ciò non toglie che io non ci sarei arrivata a scriverlo)-; e poi avrei visto Hugh Grant e Colin Firth interpretare i personaggi da me inventati. Hugh Grant e Colin Firth.

Meglio non averlo scritto, adesso starei con lo sguardo spiritato ad abbracciare cavalli per strada.
Accetto il mio umile ruolo di lettrice.

Giorno XXVI: un libro che conosci da sempre

13 lunedì Ago 2012

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30 giorni 30 libri, Il piccolo principe, letture, libri, test, titoli

Il piccolo principe – Antoine de Saint-Exupéry

è un libro che mi ha sempre trovata piuttosto scettica. Non l’ho letto da bambina ma più avanti e continuo a chiedermi come si possa pensare che i bambini lo capiscano o lo amino -non è che gli adulti chiedono loro di farlo? A me, poi, quando il concetto di moda (tutti amano Il piccolo principe, Il piccolo principe non si tocca, chi ama Il piccolo principe è una persona sensibile) si applica anche al mondo dell’infanzia, mi viene il nervoso: se non si è liberi nemmeno da bambini, quando?

Giorno XXV: un libro che hai scoperto da poco

12 domenica Ago 2012

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30 giorni 30 libri, Alain De Botton, Edmund de Waal, esercizi d'amore, Gregory D. Roberts, letture, libri, Shantaram, test, titoli, Un'eredità di avorio e ambra

Un libro che ho scoperto da poco è Shantaram di Gregory D. Roberts. Mi sorprendo sempre quando scopro un libro che tutti sembrano già conoscere ed esaltare e che io ignoro del tutto -questo spiega l’alta considerazione che ho di me, vabbe’.
Già so che difficilmente ne affronterò la lettura. Qualora avessi mai detto che la lunghezza dei romanzi per me non è un prooblema, ritiro tutto. Più di mille pagine? Ma siamo sicuri che, quello che l’autore aveva da dire, non lo poteva dire in due terzi delle pagine? Sicuri sicuri? S’è capito che io tendo ad avanzare nella lettura col machete? Secondo me, un autore deve essere un dio per non perdere il ritmo (o il polso della storia, come la vogliamo mettere) in più di mille pagine -ci sono fior fiore di scrittori che si perdono in quattrocento.

Un altro libro che ho scoperto da poco e che invece credo di comprare, un giorno, è Un’eredità di avorio e ambra di Edmund de Waal. Che titolo! Che copertina! Che criteri di valutazione!

Se invece parliamo di un libro che ho scoperto e letto (e gradito) da poco, allora direi Esercizi d’amore di Alain de Botton.

Giorno XXIV: il libro che ti fa fuggire dal mondo

11 sabato Ago 2012

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30 giorni 30 libri, Che tu sia per me il coltello, David Grosmann, letture, libri, test, titoli

Che tu sia per me il coltello – David Grosmann

Ho scelto di parlarne come di un libro che mi ha fatto fuggire dal mondo perché dopo averne terminata la lettura ho impiegato circa un mese a tornare del tutto nel mondo reale. Ci sta che sono facilmente impressionabile e ci sta che i miei tempi sono lunghi, ma nessun altro libro mi ha fatto lo stesso effetto.
È il primo libro di Grosmann che ho letto; la prima volta l’ho abbandonato alla decima pagina, la seconda volta mi ci sono messa più d’impegno. Grosmann non è né scorrevole né allegro, ma seguire il punto di vista dei suoi personaggi è un’esperienza non comune. In questo romanzo ho visto esprimere concetti per me del tutto originali, ho capito quanto si possa spingere in profondità la conoscenza del proprio mondo interiore (le paure, le frustrazioni, quei pensieri imbarazzanti che censuriamo da soli) e quale linguaggio privo di luoghi comuni e sentimentalismi si possa (e si debba) adottare per trasmettere tutto questo. Direi che Che tu sia per me il coltello mi ha fatta fuggire dal mondo non perché mi ha portata in un’altra realtà, ma perché mi ha fatto andare in profondità nella conoscenza dell’interiorità umana (e di me stessa) -e quanto desiderio ho trovato, e struggimento, e passione, e tenerezza, e impotenza e… Se non ci vuole tempo per riprendersi da questo…?

Giorno XXIII: un libro che credevi fosse come la gente ne parlava e invece sei rimasta o delusa o colpita

10 venerdì Ago 2012

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30 giorni 30 libri, Alta fedeltà, Firmino, letture, libri, Nick Hornby, Sam Savage, test, titoli

Alta fedeltà – Nick Hornby
Forse è un problema generazionale, forse è a causa di una divergenza di interessi. Forse è davvero sopravvalutato. Forse (levàteci il forse) proprio non sopporto l’autore.
Pensavo fosse un libro da piegarsi in due dal ridere, uno di quelli che non si può leggere in un luogo pubblico sennò ti scambiano per pazzo scatenato. Il mio personale verdetto è che si può tranquillamente leggere in pubblico, per divertirsi però leggerei altro, e chi se ne importa se ti scambiano per matto -meglio che leggere Hornby.

Firmino – Sam Savage
Ho preso il libro in biblioteca e confesso che non spendere soldi mi aiuta a giudicare positivamente i libri -ormai i romanzi riescono a raggiungere prezzi esasperati. C’è davvero da credere che un libro a 19 euro trasmetta rivelazioni spirituali, esistenziali, trascendentali; il problema è che non lo fa quasi mai. Il più delle volte non è all’altezza del prezzo e delle aspettative che la pubblicità monta. Molte volte si tratta di una storia passabile rilegata con una bella copertina grande, pagine spesse e caratteri tipografici enormi. Altre volte si rivela un conglomerato di luoghi comuni e clichés improponibili.
Leggendo le recensioni su Firmino di Sam Savage, prima di affrontarne la lettura, mi sono sentita sollevata di non averlo comprato, e non solo, mi ero pure già pentita di averlo preso in prestito, sia mai si spargesse la voce in biblioteca. Gli ho però voluto dare un’opportunità, o mi sono voluta dare la possibilità di unirmi al coro di critiche.
Be’, non so quanto costasse il romanzo appena pubblicato, ma ho trovato che fosse una storia carina –sì, lo so c’è la lega contro l’uso dell’aggettivo carino, ma io non ne faccio parte, anzi sono del parere “legalizziamolo”. L’ho trovato un libro carino (tiè) senza pretese esagerate, ma anche senza tritaggini. Bellino, via.

Giorno XXII: un libro che hai letto da piccola

09 giovedì Ago 2012

Posted by io boh in j'adore, segnalibro

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30 giorni 30 libri, Il cucchiaio di meteorite, letture, libri, Philip Ridley, test, titoli

Il cucchiaio di meteorite – Philip Ridley

Non saprei nemmeno dire cosa mi avesse entusiasmato di questo libro -sì, vabbe’, tanto per dire, lo so cos’è: ha qualcosa di strampalato e bizzarro (per esempio nei nomi e negli appellativi dei personaggi).
Non aveva nulla a che fare con la mia esperienza, ma ricordo di averlo letto e amato da subito. Ce l’ho ancora adesso perché non si lascia così per strada un amore, no no. E lo so che se dovessi avere dei figli e gli dovesse capitare tra le mani mi guarderanno scettici “A ma’, ma che è ‘sta roba? E ti piaceva?!”. Chevvidevodì? Lo nasconderò bene.

Giorno XXI: un libro che ti ha consigliato una persona importante per te

08 mercoledì Ago 2012

Posted by io boh in segnalibro

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30 giorni 30 libri, Jane Austen, letture, libri, orgoglio e pregiudizio, test, titoli

foto dalla rete

Orgoglio e pregiudizio, il mio libro preferito, sarà sempre legato a una gita invernale in macchina e a un’amica in vacanza in Italia che mi dice “you MUST read Pride and Prejudice, you MUST read it!”. Ammazza quanto c’aveva ragione! Mi ricordo pure il tratto di strada in cui me lo disse.

Anche la mia professoressa di italiano del liceo era un asso a consigliare romanzi. Grazie a lei ho conosciuto La casa del sonno di Jonathan Coe, Pastorale Americana di Philip Roth, Denti Bianchi di Zadie Smith, La campana di vetro di Sylvia Plath, Eureka Street di Robert McLiam Wilson, e altri ancora. Grazie al cielo ci sono titoli che devo ancora leggere, c’è ancora speranza.

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