Tag
acqua calda, americanicità, carciofi, casa, critica, dipendenza, fake it 'till you make it, figlie, inclinazione, incontentabile, inglese, inglesi, internet, maschilismo, negare, poesia, portoghese, problema, routine, TED talks
•Mi è ormai chiaro, non posso più negarlo: ho una smaccata inclinazione per gli inglesi. Già, la mia “inclinazione” (sì, sono così soddisfatta mi sia venuto in mente questo termine che me lo sputtano subito subito ripetendolo) è così radicata che, dovesse scoppiare una guerra tra Italia e Regno Unito, potrei addirittura stare dalla parte degli inglesi.
Comunque ci tengo a precisare, non è che sostengo che gli inglesi siano migliori degli italiani -anche fosse così io mica sviluppo passioni per i migliori, ciao, proprio! Io sono specializzata in chi non mi vuole -ma roba che tra un po’ pretendo la laurea honoris causa!
Il mio debole per gli inglesi è del tutto irrazionale: sento un accento britannico per strada e la vita mi sembra più sopportabile, mi si risveglia la civetteria (che ancora non si è atrofizzata nonostante gli anni passati a mortificarla) e mi trasformo in un’adolescente gnoccolona (facendo sfoggio delle mie lacune linguistiche e personali).
E no, non ho la stessa reazione per l’ascolto del portoghese. Quando sento il portoghese ho voglia di raggomitolarmi e sonnecchiare cullata dalla sua cadenza gigiona (quella brasiliana, soprattutto) -o anche limonarmi senza impegno il soggetto portogofono, dipende). Il portoghese è poesia, l’inglese è il richiamo di casa -è voglia di appartenenza e smania di accettazione.
•Gli uomini aprono gli occhi sui pericoli del maschilismo quando hanno una figlia. Prima di allora le donne che dimostrano un minimo di coscienza critica sono solo polemiche, isteriche e sessualmente insoddisfatte.
•Una volta messa a punto una routine, mi dimentico di tutti i miei buoni propositi e mi cullo nell’abitudine.
Perché è inutile raccontarsela: a me la routine piace. Mi piace svegliarmi la mattina e fare sempre le stesse cose, nello stesso ordine -non per ossessione, ma per godermi il risveglio e rendere più sopportabile l’inizio di una nuova giornata. Mi piacciono le piccole cose, mi piace fare la spesa e leggere un libro mentre faccio colazione, mi piace pulire le verdure e ripiegare il bucato asciutto. Routine rocks!
•Negare un problema è il modo più efficace per crearne uno più grande.
•Tra l’avere la casa in un disordine da trasloco, una porta sfondata da riparare, la caldaia da sistemare e internet che fa le bizze: internet la vince sempre su tutto. La vince sul vivere in un ambiente degno, sull’avere una porta che non si può più granché definire tale e la vince financo sull’acqua calda.
Ok, c’è qualcosa che non va -anche se, in effetti, senza internet non si può manco far sapere al mondo che non si ha più acqua calda. Già.
•Devono aver arricchito i carciofi di qualche sostanza che crea dipendenza, perché sono in pieno trip da carciofi! Ok, ho un problema, ma non voglio uscirne!
•”Fake it ‘till you make it” sarà il mio motto finché non ci sarà più niente da fakeare -per favore, ditemi che avete letto feiccare…
•Alle cose arrivo sempre tardi -ma non troppo.
Ho scoperto TED talks dopo secoli di registrazioni e discorsi, suppongo che stia già passando di moda nel resto del mondo, ma io inizio ad appassionarmici ora -in parte perché se non ascolto un po’ di inglese la mia mente e la mia conoscenza della lingua andranno a farsi friggere in un nulla, in parte perché ‘sti anglosassoni (vedi il primo punto) sanno comunicare di un bene…
Comunque, così come sviluppo le mie simpatie ci metto niente a sviluppare delle antipatie ed ho già un conferenziante (?) nella mia lista nera -(non per motivi che non siano cretini: non mi piace come parla, la sua fisicità mi urta e il ritmo del suo discorso mi sembra troppo studiato a tavolino). Perché sì, TED talks è una figata (e comunque odio questa parola n.d.a.) pazzesca, anche se sfora nell’americanicità. E gli americani so’ forti, sì, ma con quel tratto distintivo che a noi europei non sfugge manco camuffato da canadese o da australiano… Sono bravi, ma patinati; sono ricercatori, ma con lo spirito da showman; sono capaci, ma con i tempi studiati e le battute calibrate -e alcuni (orore!) si compiacciono anche.
•Sono incontentabile : )