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foto dalla rete

foto dalla rete

•C’è chi quando guarda gli altri, per fantasticare un po’, se li immagina in biancheria intima (o senza, ok) e chi se li immagina in intimità.
Io, no. Tanto per portare i livelli di esaurimento del mio (del tutto entro i tempi ma comunque isterico) orologio biologico ai massimi livelli, mi immagino direttamente come sarebbe il figlio che potrei potenzialmente avere con qualcuno.

Sì, ne convengo: da manicomio.
Però davvero,pensiamo all’infinità di individui che non verranno mai al mondo, individui anche solo lontanamente concepiti a livello mentale (o manco quello), si pensi a tutto il potenziale di creatività, tenerezza e conversazioni che non si realizzeranno mai (e all’ammontare di frustrazione, disturbi mentali e inquinamento risparmiati, ok ok), insomma: sono la sola a pensare che sia un peccato?
E perché la vita è così complicata e così limitante?

•Arriva il momento nella vita in cui tutti quelli che conosci – tutti, anche il gatto del vicino di casa, TUTTI -incontrano qualcuno, e tutti insieme aggiungerei.

•Casa è dove ho lo zenzero tritato in surgelatore.
Se ho lo zenzero tritato in surgelatore, ossia, se mi sono presa la briga di spendere dei soldi in un ingrediente inutile da solo ma essenziale in uno dei miei piatti preferiti, se mi sono presa il disturbo di lavarlo, pelarlo e grattugiarlo a rischio di rimetterci qualche dito e se ho deciso di dedicare tempo della mia vita (che nulla e nessuno mi ritornerà) a cotale attività, allora la casa con quel surgelatore è casa mia.

•Quando sento una canzone o una musica che mi piace, c’è un’imbarazzante probabilità che figuri un lullaby nel suo titolo -.-‘
Quanto sono uncool?

•Nonostante lo sappia ormai da tempo (e anche se è un’ovvietà così ovvia che non riscuoterò manco la simpatia dell’ultimo analfabeta informatico sulla terra), quando mi si manifesta qualcosa che si può definire come un sintomo, ancora cerco cosa possa avere su google.
Questa volta però mi è andata bene, la mia febbricola e le mie ghiandole gonfie non mi sono valse una di quelle malattie brutte (che mettono soggezione anche a nominarle), né mi sono stati dati tre mesi di vita (né di meno, comunque). No. Il primo risultato della ricerca è stato: … (rullo di tamburi)… Mononucleosi! Olé!
Se davvero fosse mononucleosi (no, cioè, gente: la malattia del bacio, anyone?), io me ne fregerei. Comunque, considerando per assurdo che per davvero fosse mononucleosi, so già che l’avrei presa nel modo più sfigato della storia – prendersi la malattia del bacio senza baciare nessuno… Più uncool di questo cosa c’è?