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Umanità tutta, inutile dirvi che nelle prossime settimane i post di natura sentimetale/nostalgico/odioicambiamentoide saranno la prassi. L’autrice non si scusa in partenza e suggerisce di ascoltarsi la colonna sonora di Amélie -musica che risuona per qualsiasi cosa faccia da due settimane a questa parte – per accompagnarne la lettura (perché sono cintura nera del famose male, ovvio).

Qualche tempo fa, presa dalla consapevolezza che un giorno avrò (o avrei avuto, insomma fate voi) nostalgia di “tutto questo”, ho scattato delle foto alla mia camera e alla casa. Anche se non hanno granché senso, per me, sì, ce l’hanno -in parte perché nelle procedure di svuotamento ormai la mia camera non ha più quell’aspetto curato e civile (anche se, per scattare le foto, spostavo il disordine da una parte all’altra della stanza, o dentro l’armadio -dài, su, ragioniamoci: perché hanno inventato gli armadi, sennò?!), in parte perché, be’ adesso sono ancora qui, ma quando mi lascerò tutto alle spalle, quando davvero lascerò questa casa, allora sì che mi prenderà la nostalgia vera e avrò bisogno di un po’ di amarcord. Così trasferisco la mia casa qui, nel mio blog e vi invito a fare un giro -anche se non potete vederla con i miei occhi.

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