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foto dalla rete

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•Quando si inizia la visione di una serie, la visione di film è sospesa finché non si finisce la benedetta serie.
Davvero, eh! Sembra che nella vita tutto debba essere in formato 20 minuti -o 40, dipende dal telefilm -, tutto ciò che supera questa durata è un supplizio inutile -salvo poi spararsi quelle tre/quattro puntate di fila, superando la durata di un film, ma vabbe’, dettagli.

•È sconsigliabile andare per negozi (d’abbigliamento -in saldi) con gli occhiali da sole.
Negozi d’abbigliamento in saldi? Sicuro ti provi qualcosa, sicuro gli occhiali da sole ti infastidiscono e te li togli, ergo sicuro te li dimentichi in qualche camerino.
-Nonostante ciò, ho avuto la fortuna che i miei occhiali da sole siano stati trovati da un’anima pia -oppure proprio non le sono piaciuti -e li ho ritrovati tre giorni dopo chiedendo alla commessa del negozio -quando già stavo inveendo contro la deriva disonesta del genere umano.

•Lo so, sto aspettando il crollo.
Nonostante stia cercando di sbrigare tutte le faccende in modo efficiente e rapido, con innato (proprio! Mai avuto!) senso pratico e quasi con entusiasmo -sono così abituata a non avere obiettivi che anche sbaraccare la mia vita la prendo come una mission da accomplishare – (cosa vendere, cosa comprare, cosa impacchettare, cosa lasciare a chi, cosa regalare, cosa buttare e cosa restituire ai legittimi proprietari), ecco, nonostante stia facendo il possibile per avere tutto sotto controllo, so che l’unica cosa che non sto affrontando è il cambiamento che mi aspetterà una volta concluso l’impacchettamento e questo periodo della mia vita. E il crollo mi fa paura. Far finta che non stia succedendo nulla non funziona e non va bene, non voglio arrivare al giorno in cui dovrò caricarmi le mie due valigie senza un etto in eccesso (perché la Ryanair non vedrà mai più un euro per superamento del limite di peso consentito), dare l’ultimo sguardo alla mia camera vuota e pensare: “Sta succedendo per davvero?!”. No.

•C’è gente là fuori che si iscrive a palestra (e ci va pure 2/3 volte a settimana) e quando c’è da fare un chilometro a piedi si lamenta.
Ehm… Ma che davvero? Finché si paga per fare esercizio fisico, bene; ma quando è gratis, l’esercizio perde tutto il suo fascino?
Ecco, il massimo è quando questa gente, che sa che mi faccio anche un’ora a piedi, in città, senza battere ciglio, mi racconta dei benefici dello sport e mi dice che dovrei farne -quando poi ci toccano 20 minuti a piedi per raggiungere un posto, daje a cercare autobus, metropolitana, taxi o passaggi in macchina… Vabbe’.

•Quando si avvicina il momento di lasciare un posto, le piante iniziano a profumare di più, il sole scalda di più, il mangiare è più buono, tutti comunicano i propri sentimenti apertamente e sorridono di più e anche gli amici diventano uguali a quelli dei telefilm americani -ma senza le risate di sottofondo, che è meglio.

•Il terreno fertile per le ossessioni è l’infelicità, e ancor di più l’infelicità associata alla mancanza di novità nella propria vita.
Perché è inutile girarci intorno, le novità sono poche, e a volte tra una e l’altra trascorre un deserto dei tartari interiore ed esteriore. E le ossessioni, pur essendo la nostra coperta di Linus, sono anche la nostra sciagura, perché ci ricordano continuamente cosa non abbiamo.
(Ed è inutile che concluda questo pensiero con la speranza di non ricascarci più… Ci ricascherò, e farà male, e niente, ci ricascherò ancora).