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100mm.it

•Ho voglia di cambiare la mia immagine profilo su facebook o di caricare nuove foto sempre quando ho una giornata piena.

•Certe volte mi sento troppo debole, altre volte troppo forte.
Perché poi ho capito che vive appieno chi riesce a darsi un obiettivo senza resistere alla vita, ovvero chi riesce a essere forte senza chiudersi.
Per me, impossibile -aprirmi mi indebolisce, chiudermi anche.

•Ho un talento particolare a scoprire ragazzi che dimostrano affetto alle proprie amiche (abbracci, battute, manifestazioni di considerazione) salvo poi comportarsi come conoscenti affabili con le proprie frequentazioni più intime.
Perché certi ragazzi -un autocontrollo notevole non scrivere “perché gli uomini” : P -vivono questa scissione tra tenerezza e sfera più privata? Perché è così ovvio esserci per delle amiche, spupazzarle, lasciarsi andare a partecipazione e slanci di entusiasmo e non riservare lo stesso a una ragazza con cui si condividono momenti di intimità? -Quando in quei momenti, poi, i ragazzi sanno anche essere carini…
Non mi capacito.

•Smettere di aspettare è pura goduria.
Quasi quasi, smettere di aspettare, lo faccio diventare il mio sport preferito.

•Non posso ascoltar dire “beautiful” con un accento di Londra senza pensare a un ragazzo di nome Cosmo.
Non potrò più ascoltare dire beautiful con l’accento londinese (tipo”biut-tiful“) senza sorridere, pensare a una piazzetta valenziana di lunedì notte e sorridere ancora.

•Si può annullare l’invio di una richiesta di amicizia in facebook -inoltrata per puro e infelice caso (leggasi touch screen infame).
Ho passato momenti di puro panico prima di scoprirlo smanettando tra impostazioni e registro attività.
Ok, adesso sono pronta a crackare i codici del FBI.

•Quando inizio a frequentare un ragazzo, si risveglia la mogliettina anni ’50 che è in me  (sì, lo so, peggio di uno spray scaccia scapoli).
Tra le tante cose, mi si ridesta la voglia di cucinare per qualcuno. Ho in rubrica il numero di un ragazzo single? In automatico mi vengono in mente ricette da fare; mi immagino a fare la spesa, a darmi da fare in cucina indossando il grembiule che non ho e canticchiando insieme agli uccellini che mi aiutano a decorare una crostata, ovvio.
Cosa, di preciso, è andato storto nella mia educazione da giovane donna indipendente degli anni 2000? Perché prendersi cura di qualcuno è così irresistibile? : P

•C’è un punto di saturazione per tutto, o quasi.
Per quanto si voglia, per quanta buona volontà (o masochismo) ci si possa mettere, c’è un momento in cui si arriva a dirsi: ma sai che c’è? Mo basta, m’è passata la voglia.

•Quando qualcuno ti delude -e no, stavolta le mie aspettattive c’entrano fino a un certo punto, eh no eh! -è per me inevitabile idealizzare chi l’ha preceduto.
Una delle mie ultime conoscenze si è rivelato deludente, beh, ora un ragazzo che ho conosciuto prima è in pieno processo di beatificazione.
Bah, processi mentali bizzarri. Manie per il riciclaggio? Probabile -della serie dei ricordi non si butta via niente, anzi vi si costruisce sopra.
Comunque secondo me c’è qualcosa legato alle endorfine e a quelle cose lì, mi sto coccolando con ricordi che mi forniscono sostanze di cui il mio fisico ha bisogno. Questo quindi farebbe della persona che ricordo, non tanto un santo, quanto un integratore : )