La stagione è quella e mi ritrovo in pieno trip da matrimonio. Dato che non sono io a dovermi vestire di bianco mi passerà presto, intanto mi appunto un promemoria per tutte le prossime volte che non dovrò vestirmi di bianco.

Sì, perché al prossimo matrimonio in famiglia, quando sarà, ingaggio un attore a fare la parte del mio fidanzato.

foto dalla rete

No, ma davvero. Risolverei più problemi insieme -forse pure più di quanti ne risolverei con un fidanzato vero. Smetterei anche solo in apparenza, anche solo per una sera, di essere la cugina sfigata -c’è chi direbbe single e c’è chi ha il senso della realtà. Avrei la sicurezza di un braccio amico (prezzolato, ma amico) nella lotta impari con i tacchi alti. Non dovrei più simulare dignità e noncuranza quando il parente insensibile di turno mi chiederà: “e… l’amore come va?” -perché, una volta tanto, anche se per finta, l’amore andrebbe. Avrei qualcuno cui chiedere di prendere questo (il prosecco) e quello (i dolci al buffet) senza dovermi alzare dal posto -ho colto il senso profondo della vita di coppia, no? E poi avrei qualcuno cui poter pestare i piedi ballando per davvero e non solo nella mia immaginazione -già solo l’idea degli “ahia!” di sottofondo mi commuove.

Dalla mia job description sembra stia cercando più un tuttofare masochista che un attore. C’è che deve essere sufficientemente convincente, deve tenere bene a mente che il suo compito è di non farmi affrontare l’evento da sola e che, già che ci siamo, non mi faccia fare brutta figura -non convincerebbe nessuno? Allora vabbe’, per rispetto alla verosimiglianza della cosa, che si preveda una battuta un po’ così da parte sua e un silenzio un po’ cosà da parte mia – credibilità portami via, eh?
E sì vabbe’ la recitazione non è il mio mestiere, potrei avere problemi a mantenere un certo distacco (distacco? What’s?) e finire per crederci per davvero.

Alla fine, tra le foto in solitudine, l’equilibrio instabile sui tacchi, l’insensibilità dei parenti, le commissioni da sbrigarsi da sé e il ballo immaginario, cosa vuoi che sia?

Meglio correre il rischio di illudersi che ripassare tutto di nuovo.